Il fondatore del buddismo, Siddhartha Guatama, nacque in India nel 600 a.c. Essendo ricco, visse in maniera lussuosa, considerando poco il mondo attorno. I suoi genitori volevano preservarlo dalle sofferenze del mondo esterno e non volevano che fosse influenzato da una qualche religione.
Tuttavia, un giorno ebbe una visione di un cadavere, di un anziano e di un malato. Ebbe una quarta visione di un sacerdote ascetico, sereno perché aveva abbandonato il lusso. Vedendo la serenità del sacerdote, decise di diventare ascetico. Abbandonò la sua vita di benessere e ricercò l’illuminazione attraverso l’austerità ed era solito fare intense meditazioni. Divenne un leader per altri. È culminante un evento nella sua vita. Un giorno, seduto sotto un fico, ( chiamato l’Albero Bodhi), con una ciotola di riso, decise che avrebbe meditato fino al raggiungimento dell’illuminazione, anche fino alla morte, se necessario. Dopo tentazioni e travagli, raggiunse l’illuminazione il mattino seguente. Per questo fu chiamato “l’Illuminato” o il “Budda”. Dopo questa consapevolezza, iniziò ad insegnare ai suoi seguaci, tra i quali cinque divennero i suoi primi discepoli.
Il buddismo insegna che nirvana è il più alto stato di esistenza ed è raggiungibile individualmente. Nirvana non ha una spiegazione logica o razionale, non può essere insegnato, ma solo realizzato.
In comune con l’induismo vi sono: la reincarnazione, il karma, maya e la tendenza a comprendere la realtà con un orientamento panteistico. Il buddismo offre anche un’elaborata teologia di divinità. Come l’induismo, il buddismo ha visioni particolari sull’idea di divinità. Alcuni buddisti son atei, altri panteisti, altri teistici. Il buddismo classico non si esprime sulla figura divina ed è perciò atea.
Il Buddismo viene definito come una religione estremamente pragmatica. Non indulge in speculazioni metafisiche sulle cause prime; non ha una teologia o una divinità e non c'è deificazione del Budda. Il Buddismo guarda con autentica schiettezza alla nostra condizione di esseri umani, non ha nulla a che fare con il credere vero qualcosa perchè lo si desidera intensamente, nella maniera più assoluta. Tutto ciò che il Budda ha insegnato è basato sulla sua osservazione diretta delle cose così come sono. Tutto ciò che egli ha insegnato può essere verificato dalla nostra stessa sperimentazione su come vanno le cose.
Il Buddismo viene definito come una religione estremamente pragmatica. Non indulge in speculazioni metafisiche sulle cause prime; non ha una teologia o una divinità e non c'è deificazione del Budda. Il Buddismo guarda con autentica schiettezza alla nostra condizione di esseri umani, non ha nulla a che fare con il credere vero qualcosa perchè lo si desidera intensamente, nella maniera più assoluta. Tutto ciò che il Budda ha insegnato è basato sulla sua osservazione diretta delle cose così come sono. Tutto ciò che egli ha insegnato può essere verificato dalla nostra stessa sperimentazione su come vanno le cose.
Il primo insegnamento impartito dal Budda in seguito alla propria illuminazione fu sulle Quattro Nobili Verità.
- La prima è che la vita è dolorosa e frustrante.
- La seconda nobile verità è che la sofferenza ha una causa.
- La terza nobile verità è che si può porre fine alla causa della sofferenza.
- Questa è la quarta nobile verità: il modo, il sentiero, che conduce all'eliminazione della causa delle sofferenze.
L'Io buddista consiste in un insieme di eventi mentali classificati in cinque categorie chiamate skandhas, termine che viene tradotto imprecisamente come "mazzi" o "cumuli".
Molti pensano al Nirvana come di una sorta di equivalente orientale del paradiso. In realtà, Nirvana significa semplicemente "cessazione". E' la cessazione della passione, dell'aggressività e dell'ignoranza; la cessazione della lotta per provare la nostra esistenza nel mondo, per sopravvivere. Dopo tutto, non è necessario lottare per sopravvivere. Siamo già sopravvissuti e sopravviviamo tuttora; la lotta è solo una complicazione extra che abbiamo aggiunto alle nostre vite perchè abbiamo perso la fiducia nel modo in cui vanno le cose. Non avremo più bisogno di manipolare le cose per farle diventare, da ciò che sono, quello che vorremmo che fossero.
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