woensdag 25 februari 2015

La celiachia




La celiachia è una malattia autoimmune dell'intestino tenue, che si verifica in individui di tutte le età, geneticamente predisposti.
La celiachia compare con l'inizio dell'utilizzo dei cereali nell'alimentazione umana. La prima documentazione la abbiamo da  Areteo di Cappadocia, nel II secolo, egli documentò una sindrome da malassorbimento con diarrea cronica. Il suo "affezione celiaca" (dalgreco κοιλιακός, koiliakos, "addominale") guadagnò l'attenzione della medicina occidentale, quando Francis Adams ne presentò una traduzione nel 1856. Il paziente descritto nel lavoro di Areteo presentava mal di stomaco ed era pallido, debole e inabile al lavoro. La diarrea si manifestava come perdita di feci bianche, maleodoranti e flatulenza, la malattia era intrattabile e suscettibile di ritorno periodico. Areteo riteneva che il problema fosse una mancanza di calore nello stomaco, necessario per digerire il cibo e una ridotta capacità di distribuire i prodotti della digestione in tutto il corpo, ovvero una digestione incompleta con conseguente diarrea. Egli considerava questo come un male comune alle donne anziane. La condizione, secondo Areteo, era da ritenersi una conseguenza di un'altra malattia cronica o dall'abbondante consumo di acqua fredda.
Nel 1887 abbiamo la prima moderna descrizione di questa malattia nei bambini ad opera del pediatra Samuel Gee , in occasione di una conferenza alGreat Ormond Street Hospital, di Londra,. Gee studiò le precedenti descrizioni della malattia adottò lo stesso termine di Areteo (celiachia). Egli dichiarò acutamente: "Se il paziente può essere curato, deve essere fatto per mezzo della dieta" Gee riconobbe che l'intolleranza al latte fosse un problema per i bambini celiaci e che gli alimenti altamente inamidati avrebbero dovuto essere evitati. Tuttavia, egli vietò frutta, riso, sago e verdure, che sarebbero potute essere mangiate senza problemi, mentre consigliava carne cruda e fette sottili di pane tostato. Il collegamento con il grano non è stato fatto fino al 1940 quando fu proposto dal pediatra olandese Willem Karel Dicke.È probabile che il miglioramento clinico dei suoi pazienti, riscontrato durante la carestia olandese del 1944 (in cui la farina scarseggiò), possa aver contribuito alla scoperta.Dicke notò che la carenza di pane portava un calo significativo del tasso di mortalità tra i bambini affetti da malattia celiaca, da un dato superiore al 35% a praticamente zero. Ha anche riferito che una volta che il grano era stato nuovamente disponibile dopo il conflitto, il tasso di mortalità tornò ai livelli precedenti. Il collegamento con la componente di glutine del frumento è stato fatto nel 1952 da un gruppo di ricerca di Birmingham, in Inghilterra.
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, grano khorasan , orzo, segale, spelta e triticale.
L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 600.000, ma ne sono stati diagnosticati ad oggi quasi 150.000. Ogni anno vengono effettuate 10.000 nuove diagnosi con un incremento annuo di circa il 10%.
Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi.
La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia attualmente che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.
I sintomi della celiachia variano da persona a persona. I sintomi possono colpire l’apparato digerente oppure altre parti dell’organismo, quelli collegati al tratto digerente sono più frequenti nei neonati e nei bambini piccoli e possono comprendere:
  • gonfiore e dolore addominale,
  • dissenteria,
  • vomito,
  • costipazione,
  • feci pallide, maleodoranti o oleose,
  • dimagrimento.
Un altro sintomo frequente nei bambini è l’irritabilità.
Il cattivo assorbimento delle sostanze nutritive, proprio in quel periodo in cui la nutrizione è più importante per la crescita e lo sviluppo normale del bambino, può dare origine ad altri problemi, come ad esempio difficoltà di sviluppo nei neonati, ritardi nella crescita e bassa statura, ritardi nella pubertà e difetti dello smalto dentale nei denti definitivi.
Gli adulti hanno meno probabilità di soffrire di sintomi all’apparato digerente, ma possono soffrire anche di uno o più dei sintomi seguenti:*
  • anemia sideropenica (da mancanza di ferro), apparentemente inspiegabile,
  • affaticamento,
  • dolore alle ossa o alle articolazioni,
  • artrite,
  • fragilità ossea o osteoporosi,
  • depressione o ansia,
  • formicolio e intorpidimento delle mani e dei piedi,
  • convulsioni,
  • assenza di mestruazioni,
  • sterilità o aborti spontanei ricorrenti,
  • stomatite aftosa nella cavità orale,
  • eruzione cutanea pruriginosa (dermatite erpetiforme).
Le persone affette da celiachia potrebbero amche non presentare alcun sintomo, ma, nel tempo, potrebbero comunque sviluppare complicazioni, che sul lungo periodo comprendono: malnutrizione (che può causare, tra gli altri, anche anemia, osteoporosi e aborti spontanei), problemi al fegato e tumori dell’intestino.
 Alcuni studi hanno dimostrato, ad esempio, che il protrarsi dell’allattamento al seno farebbe ritardare la comparsa dei sintomi della celiachia
Le persone affette da celiachia tendono a sviluppare altre malattie in cui il sistema immunitario attacca le cellule e i tessuti sani dell’organismo. Il collegamento tra la celiachia e queste malattia potrebbe essere di natura genetica. Tra di esse troviamo:
  • diabete di tipo 1,
  • malattie autoimmuni della tiroide,
  • malattie autoimmuni del fegato,
  • artrite reumatoide,
  • morbo di Addison, una malattia che danneggia le ghiandole che producono gli ormoni più importanti,
  • sindrome di Sjögren, una malattia che danneggia le ghiandole lacrimali e salivari.
    Come già detto L’unica cura possibile per la celiachia è una dieta priva di glutine. Per stare in salute, le persone celiache devono evitare il glutine per tutto il resto della vita. Anche una piccola quantità di glutine può danneggiare l’intestino tenue. La completa esclusione del glutine dalla dieta non è facile da realizzare: i cereali non permessi ai celiaci si ritrovano in numerosi prodotti alimentari ed il rischio di contaminazione accidentale da glutine è spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare. Per poter avere dei prodotti idonei al consumo dei celiaci è necessario che le aziende produttrici applichino un corretto piano di controllo delle materie prime e del prodotto finito; inoltre occorre monitorare costantemente il processo produttivo, gli ambienti di lavoro, le attrezzature, gli impianti e formare adeguatamente gli operatori.







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