In origine l'uomo aveva la capacità di produrre la lattasi , l’enzima deputato alla digestione del lattosio, come avviene solitamente nei mammiferi, solo nei primi stadi di vita per poi non comparire più negli individui adulti.
Compare nell'Homo sapiens sapiens, circa 200 000 anni fa, la capacità di digerire, da adulti, il lattosio contenuto nel latte ed è da riferirsi a una mutazione genetica occorsa nell'uomo europeo in un periodo non posteriore agli ultimi 7 000 anni.Detta mutazione concerne la sintesi e la persistenza in età adulta dell'enzima lattasi, indispensabile all'utilizzo dello zucchero del latte o lattosio da parte del nostro organismo. La distribuzione nella popolazione umana di questa mutazione non è omogenea ma varia considerevolmente per individuo ed etnia. si stima che il 30% degli esseri umani adulti conservi la capacità di digerire il lattosio. Gli individui discendenti da popolazioni che per migliaia di anni hanno allevato bestiame, basando la loro alimentazione su prodotti caseari, hanno acquisito la capacità di digerire il lattosio anche in età adulta.
Le persone che soffrono di intolleranza al lattosio invece non producono più, in genere da adulti, l’enzima necessario alla digestione dello zucchero del latte, il lattosio: questa assenza di enzimi provoca la mancata digestione del lattosio nello stomaco che giunge quindi indigerito nell’intestino crasso dove viene qui scisso e digerito dai batteri intestinali.
Se non viene correttamente digerito, il lattosio che rimane nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica intestinale con conseguente produzione di gas e di diarrea. I fenomeni tipici dell'intolleranza al lattosio sono meteorismo, flatulenza, diarrea, nausea, spossatezza ecc. , tali sintomi compaiono rapidamente nel momento in cui si ingeriscono cibi che contengono questo zucchero (latte, ma anche creme, panna, burro non chiarificato, formaggi freschi e bevande a base di latte).
Ci sono 3 casi principali di intolleranza al lattosio;
- nel primo caso può manifestarsi a causa di una mancanza fin dalla nascita dell’enzima lattasi ed emerge quando il bambino assume il latte la prima volta. Il neonato dovrà quindi essere nutrito con formule senza lattosio evitando, almeno nei primi mesi se possibile, le formulazioni a base di soia. Poichè questa è in realtà un’evenienza molto rara, è bene non confondere l’intolleranza al lattosio con l’allergia alle proteine del latte vaccino, una condizione più frequente durante i primi mesi di vita del bambino; entrambe le intolleranze producono un quadro sintomatologico molto simile, ma di norma l’allergia alle proteine del latte vaccino provoca orticaria e/o rash cutanei.
- Più comune è invece l’intolleranza al lattosio che si manifesta nell’età prescolare-scolare, quando l’attività dell’enzima lattasi si riduce progressivamente fino a scomparire, a volte del tutto, in età adulta.
- L’intolleranza al lattosio, infine, si può manifestare a causa di diarrea acuta infettiva, per esempio da rotavirus: in questo caso l’intolleranza è di tipo transitorio, regredisce in 3-4 mesi e può manifestarsi all’inizio della diarrea o durante il suo decorso.
Il latte è praticamente ovunque nella nostra alimentazione quotidiana. Nelle merendine, nei biscotti, nelle creme, in molti casi anche nei salumi o come polvere di lattosio nei granuli omeopatici, per gli sportivi come siero di latte in polvere per proteine, e in tanti altri alimenti. E per chi è intollerante questo può essere un vero problema.
Si trovano ormai facilmente in commercio dei buoni sostituti del latte animale :
- Latte di soia indicato anche per chi ha il colesterolo LDL (cattivo) alto, in quanto la soia apporta sostanze che lo riducono. E' sempre necessario acquistarlo bio per evitare che si tratti di soia ogm.
- Latte di riso: ricco di zuccheri semplici, fornisce energia prontamente disponibile. Contiene sempre oli aggiunti, solitamente di girasole (deve essere spremuto a freddo). Attenzione alla presenza di oli vegetali non meglio specificati.
- Latte di farro: apporta vitamina E, zuccheri, acidi grassi polinsaturi e fibre insolubili.
- Latte di mandorle: ha un livello di grassi intermedio tra latte vaccino intero e parzialmente scremato, ma si tratta di grassi polinsaturi. Contiene anche fibre, vitamina E e minerali.
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