Bisogno di avventura, sensazioni forti e fuori dall’ordinario, filosofia di vita, ritorno all’essenziale: sono questi i primi valori e riferimenti degli amanti di tali discipline. Piacere, emozioni, autodisciplina. E in più c’è il ben noto coefficiente di imprevedibilità: la sfida degli sport estremi basa il suo successo sui rischi probabili ma non certi.
Il limite vero, alla fine, è rappresentato dalle variabili ambientali e dalle proprie capacità, fisiche, tecniche, soprattutto psicologiche.
“Adrenalina” è il termine più diffuso nei racconti di chi pratica abitualmente o abbia provato almeno una volta l’esperienza degli sport estremi, o sport d’avventura. “Sfida” si classifica al secondo posto.
il catalogo è sterminato: passa dagli amanti della mongolfiera agli helibikers, cioè quelli che si gettano da un elicottero stando in sella a una bicicletta, ai giochi di simulazione bellica sul territorio (softair). E ancora: heliski, ovverosia lo sci con l’elicottero, skysurf, cioè il paracadutismo con una tavola ai piedi, streetluge, vale a dire la discesa su uno slittino da strada (da cui prende il nome) senza freni.
Gli amanti del brivido e degli sport estremi trovano in Italia il luogo ideale in cui poter vivere le loro passioni. Il Belpaese infatti offre infinite possibilità di praticare tutti gli sport estremi, siano essi sport di terra, aria o acqua.
Ricca di parchi nazionali, di catene montuose e torrenti d’acqua, in Italia il rafting è tra gli sport estremi più diffusi. A bordo di un gommone si scende lungo il corso di un torrente attraversando le rapide.
Tra gli sport di acqua, i più avventurosi in Italia potranno praticare anche il canyoning: molto spesso organizzato in cordata con altre persone si risale o si scende il letto di un torrente. Il canyoning viene effettuato nei fiumi o torrenti dove si pratica anche rafting.
Tra le novità degli sport estremi, anche in Italia ha preso piede il “fly pulley”, meglio conosciuto come “volo dell’angelo”: tramite un’imbracatura e un gancio si viene assicurati ad un lungo cavo di acciaio, collegato alle due estremità di una valle o di due montagne: permettendo così un volo nel vuoto.
Dall’acqua all’aria, altro sport estremo è il parapendio, spesso praticato sulle alture italiane: un’esperienza da vivere su mezzi bi-posto con un istruttore, o da soli per i più esperti.
E ancora, tra le discipline estreme più apprezzate il bungee jumping: un lancio nel vuoto da un ponte, una gru o una struttura sospesa, agganciati ad un elastico e imbragati per le caviglie. Chi vuole provare l’ebbrezza del salto nel vuoto potrà trovare dei Bungee Center itineranti, in estate presso località turistiche marine.
Tutti gli sport estremi nascono, crescono e diventano popolari proprio rimanendo in quella terra di nessuno che separa ciò che appare umanamente possibile da ciò che sembrerebbe non esserlo. Entrare ed uscire da questa misteriosa e indefinita terra di nessuno diventa eccitante perché non essendoci confini netti e ben definiti è possibile fare delle cose quasi impossibili, estreme appunto. E proprio questo sembra essere il motore che spinge alcuni individui ad avvicinarsi a questa attività accostandosi il più possibile al limite e rimanendoci in equilibrio sopra, stando attenti a non cadere dalla parte sbagliata. Lo sport estremo sembra consistere, almeno in parte, nello stare sempre sul filo del rasoio.

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