zondag 22 februari 2015

L'Islamismo


L'Islam è l'ultima grande religione monoteistica, dopo l'ebraismo e il cristianesimo, ma è la seconda religione mondiale come numero di fedeli: 1 miliardo e 400 milioni (in Italia 1,5 milioni).
E' una religione relativamente semplice (monista), che non fa distinzione tra culto e vita civile: la politica non è separata dalla religione, né la moschea dalla piazza del mercato. Islam significa "sottomesso a dio" e musulmano (da "muslim", credente) significa "colui che compie la volontà di dio".
L'Islamè considerato dai suoi fedeli come l'insieme delle rivelazioni elargite da Allah all'umanità fin dall'epoca del suo primo profeta, Adamo. Dal punto di vista dei musulmani, l'Islam non deve quindi essere considerata come l'ultima Rivelazione in ordine di tempo rispetto alle altre due grandi fedi monoteistiche (Ebraismo e Cristianesimo), ma come l'ennesima riproposizione della volontà divina all'umanità, resa necessaria dalle continue distorsioni (taḥrīf) intervenute come effetto del fluire del tempo e dell'azione (talora maliziosa) degli uomini. Torah (Tōrāh), Salmi, Avesta e Vangelo (Injīl), cui si aggiungeranno in seguito anche i Veda dell'Induismo, sono perciò considerati testi che, in origine, non contenevano rivelazioni diverse da quella coranica, ma come l'ennesima riproposizione della volontà divina all'umanità, resa necessaria dalle continue distorsioni (taḥrīf) intervenute come effetto del fluire del tempo e dell'azione (talora maliziosa) degli uomini.
La dogmatica musulmana si basa su due importanti formule sintetiche, valide per tutto il mondo islamico. Ogni credente è obbligato a ripeterle con frequenza e a tramandarle alle future generazioni. La prima è chiamata "imàn" (formula della salvaguardia) e recita così: "Credo fermamente in Dio uno e unico, e nei suoi angeli, e nei suoi libri rivelati ai profeti, e negli inviati di Dio (profeti), e nel giorno del Giudizio, e nella vita dopo la morte". La seconda delle grandi formule è l'"islam" (abbandono in Dio) ed ha valore anche morale e pratico: "Confesso che non c'è Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta, professo la chiamata alla preghiera, l'obbligo dell'elemosina, del digiuno di Ramadan e del pellegrinaggio a La Mecca".
Le cinque preghiere quotidiane, che il fedele, col capo coperto, deve compiere sempre rivolto verso La Mecca (in moschea vi è una nicchia apposita, ma in casi di necessità ci si può avvalere di una piccola bussola). Esse avvengono all'alba, a mezzogiorno, di pomeriggio, al tramonto e alla sera: le ore sono state fissate qualche tempo dopo la morte di Maometto; la più importante è quella di mezzogiorno, specie al venerdì, che è il giorno festivo (nel quale però non viene imposto il divieto di lavorare). La preghiera del venerdì in moschea è obbligatoria per ogni fedele di sesso maschile. Le preghiere devono essere precedute da un'abluzione rituale obbligatoria: con acqua pulita, non necessariamente corrente, ci si lava la faccia, le braccia fino al gomito e i piedi fino alle caviglie. Se la "contaminazione" è grave (p.es. nel rapporto sessuale), occorre un bagno completo, solo dopo il quale è permesso recitare la preghiera e toccare il Corano. In mancanza di acqua si può usare sabbia o polvere, usando una diversa procedura.
Durante il Ramadan il ritmo della vita rallenta, fin quasi alla paralisi di ogni attività lavorativa (benché la maggior parte delle vittorie e delle conquiste nella storia dell'Islam siano state fatte proprio nel mese di Ramadan!); poi al tramonto un colpo di cannone, in ogni città, permette di nuovo che strade e piazze si rianimino. Questo tempo è sacro perché è riservato alla riflessione personale, è il periodo in cui più facilmente si esprime la solidarietà della comunità, la riconciliazione fra parenti e amici, il perdono delle offese, ecc. La frequenza alle moschee aumenta; anzi, per il carattere collettivo che ha assunto fin dagli inizi, il precetto viene seguito anche dai fedeli meno praticanti. Alla fine del mese si commemora, durante "La notte della potenza", la cosiddetta discesa del Corano dal cielo (che sarebbe appunto avvenuta in questo mese) e l'inizio del ministero di Maometto: è questa la festa più popolare dell'islam. Il digiuno serve anche a ripristinare l'equilibrio dell'anima col corpo (non però la soggezione di questo a quella) ed è per Maometto il dovere cultuale prediletto da dio. I viaggiatori, i malati, gli anziani, le gestanti, le nutrici e ogni persona costretta a un lavoro pesante sono esonerati, ma solo temporaneamente, oppure devono provvedere con una corrispondente espiazione (p.es. aiutando i poveri).
Per i musulmani le città sante sono tre: La Mecca, Medina (in Arabia Saudita) e Gerusalemme. Proprio qui, sul colle ove Abramo -così vuole la leggenda islamica- stava per sacrificare Isacco, è stato costruito uno dei monumenti più antichi dell'architettura musulmana: la moschea del califfo Omar, che con la sua cupola dorata domina il panorama della città. Ma per i musulmani Gerusalemme è importante anche perché Maometto, prima di rompere con gli ebrei di Medina, aveva insegnato a pregare rivolti in quella direzione. Infine a Gerusalemme, secondo la tradizione, Maometto sarebbe asceso in cielo e nel giorno del giudizio l'angelo Israfil suonerà la tromba.





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